Gli Ospedali di Comunità saranno utili solo in un contesto diverso

Riguardo alla creazione di Ospedali di Comunità con i fondi del Pnrr abbiamo chiesto che cosa ne pensasse la Sicge (Società Italiana di Cardiologia Geriatrica). Ecco l’opinione del professor Mario Bo (foto), membro del consiglio direttivo della società scientifica nonché direttore della Scuola di Specializzazione in Geriatria dell’Università di Torino: “Nonostante la realizzazione degli Ospedali di Comunità sia in linea di principio un’iniziativa lodevole, molto dipenderà da come saranno effettivamente organizzate queste strutture e dal contesto in cui verranno inserite. Attualmente, non è ancora chiaro se, per esempio, dopo l’arrivo in pronto soccorso un paziente possa essere mandato o meno in un Ospedale di Comunità. Non è neanche chiaro se tali strutture permettano dimissioni anticipate dagli Ospedali per acuti, potendo farsi carico delle cure dei pazienti dimessi. Se così fosse, sarebbe un importante passo avanti. Altra questione cruciale è quella dell’affollamento dei pronto soccorso: oggi, nella maggior parte dei casi i pazienti vi arrivano senza aver prima consultato il medico di base. Se si lascia al paziente la facoltà di scegliere a quale struttura rivolgersi, anche con la creazione degli Ospedali di Comunità c’è il rischio che, per abitudine, la maggior parte si rivolga ancora ai pronto soccorso. Oltre a non essere ben definita la declinazione pratica degli Ospedali di Comunità, c’è anche il problema del personale che vi dovrà lavorare: infatti, già oggi in Italia mancano migliaia di medici e, soprattutto, di infermieri. Sarebbe inoltre importante che, per evitare accessi inopportuni nei pronto soccorso degli Ospedali per acuti, si snellissero le procedure burocratiche per l’accesso a strutture di lunga degenza, come le Rsa, o di bassa intensità. Infine, è auspicabile anche lo snellimento del percorso di dimissioni agevolate verso tali strutture.