Anaste: le RSA andrebbero inserite nella rete dei servizi territoriali

Nel corso di una recente audizione alla decima Commissione Sanità del Senato è intervenuto il presidente di Anaste Sebastiano Capurso, che ha ribadito che le RSA andrebbero inserite nella rete dei servizi territoriali. Capurso ha ribadito che la riforma della Legge Delega sull’Assistenza agli Anziani rappresenta un quadro di riferimento, un punto di partenza, anche perché alcuni elementi caratterizzanti il Decreto originario si sono persi. Il riferimento è in particolare all’integrazione sociosanitaria, così come alla visione della presa in carico globale dei bisogni degli anziani, elementi che sono spariti, mentre la frammentazione degli interventi sembra essere ancora dominante. Capurso non ha mancato di sottolineare anche gli aspetti positivi di tale Legge, a partire dal criterio della Valutazione Unica Nazionale. Altrettanto importante è la prestazione universale, che però secondo Capurso sarebbe da ampliare, perché in questo frangente sembra un semplice assegno di supporto alla povertà. Altro elemento molto positivo è quello dei centri residenziali multiservizi CRM, che rappresentano uno sviluppo della idea di “RSA aperta”, che Anaste sostiene da molti anni e che secondo l’associazione consentirà di rimediare a una svista contenuta nel decreto 77, cioè la esclusione delle RSA dalla rete dei servizi territoriali del SSN. In quanto “concessionari di servizio pubblico” e quindi erogatori di LEA le RSA dovrebbero essere uno degli elementi centrali all’interno di questo sistema. Perciò, il centro residenziale multiservizi è un enorme passo avanti e secondo Anaste permette di riposizionare esattamente le RSA all’interno del SSN, come parte integrante dei servizi territoriali. I CRM potranno diventare così gli snodi da cui possono partire gli altri servizi: la telemedicina, l’assistenza domiciliare, i centri semiresidenziali, oggi assolutamente trascurati. (foto www.pixabay.com)

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