Un nuovo catetere per la cura della fibrillazione atriale
Contraddistinta da un battito accelerato e irregolare, che impedisce la corretta funzione di pompa del cuore, la fibrillazione atriale rappresenta la più comune anomalia del ritmo cardiaco. Per rendere il trattamento di crioablazione più efficace in alcuni centri ospedalieri italiani stanno testando l’efficacia di un nuovo catetere da usare in questa procedura. In tale tecnica il catetere è inserito all’interno della vena femorale e raggiunge l’atrio sinistro del cuore. La sua funzione consiste nel fare da guida a un palloncino, che poi è gonfiato e ghiacciato, così da congelare il tessuto cardiaco responsabile dell’aritmia. “Il nuovo catetere, in cui è inserito un palloncino con diametro variabile da 28 mm a 31 mm, permette di aumentare la superficie di contatto con il tessuto aritmogeno, poiché quando il palloncino viene espanso a 31 mm mantiene una pressione uniforme al suo interno, così da conservare la stessa forma tra lo stato di gonfiaggio e quello di ablazione, fornendo il 20% in più di superficie di contatto con il tessuto. Questa caratteristica consente non solo di andare a coprire zone più ampie che potrebbero essere potenzialmente soggette a disturbi del ritmo, ma anche di adattarsi meglio alla parete cardiaca e di occludere completamente le vene polmonari”, afferma il dottor Storti (foto), responsabile dell’Unità Operativa di Cardiologia e del Servizio di Elettrofisiologia e Cardiostimolazione dell’Istituto di Cura Città di Pavia, uno dei primi centri che può avvalersi del nuovo catetere. (foto Ufficio stampa)
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