Piastrinopenia e cure anticoagulanti e antiaggreganti, ecco le Linee Guida

Portano la firma dell’Eha (Associazione Europea di Ematologia) e della Esc (Società Europea di Cardiologia) le prime Linee Guida per la corretta gestione delle cure antitrombotiche (antiaggreganti e anticoagulati) nelle persone con piastrinopenia. Le terapie anticoagulanti e antiaggreganti rappresentano dei salvavita e sono seguite a lungo da tantissimi soggetti per vari motivi (trombosi venosa, embolia polmonare, fibrillazione atriale e altre malattie cardiovascolari). Per esempio, assumono tali cure anche malati di tumore, in cui è frequente una piastrinopenia transitoria, tra gli effetti collaterali delle chemioterapie. “L’obiettivo del trattamento deve essere quello di valutare il corretto equilibrio tra i benefici derivanti dall’uso delle terapie antitrombotiche e i potenziali rischi emorragici. Le nostre linee guida permettono al medico specialista di capire quando l’assunzione di farmaci anticoagulanti sia da proseguire, quando sia da sospendere e nel caso quali altri approcci terapeutici siano da intraprendere. L’obiettivo è di conciliare un livello di piastrine adeguato con la necessità di mantenere un efficace dosaggio antitrombotico e di evitare un eccessivo ricorso alla trasfusione di piastrine”, ha affermato Anna Falanga (foto), professore di Ematologia dell’Università di Milano Bicocca e direttore del Simt (Servizio di Immunoematologia e Medicina trasfusionale) dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, che ha coordinato il gruppo di lavoro che ha elaborato le Linee Guida. (foto ufficio stampa)